Buona notizia per imprenditori e aziende che lamentano casi di concorrenza sleale, contraffazione o mercato parallelo: una nuova normativa tutela la protezione del Know How.

Finalmente il Governo, in attuazione della direttiva europea 2016/43 ha recentemente approvato un Decreto Legge  che difende le aziende dal furto e dalla divulgazione illecita delle informazioni aziendali e commerciali riservate.

Il nuovo Decreto Legislativo mette in campo un ampio pacchetto di emendamenti che riguardano il Codice della Proprietà Industriale (DL 30 del 10 febbraio 2005) e alcune disposizioni del Codice Penale, implementando una serie di misure sanzionatorie, sia amministrative che penali, contro l’acquisizione illecita di informazioni riservate.

Il provvedimento inquadra il concetto di protezione del know how in modo più esteso, ampliando l’area di intervento dalle “informazioni aziendali riservate” al dominio più generico di segreto commerciale e prende in considerazione anche le condotte colpose, che in precedenza erano sottovalutate dal legislatore.

La rilevanza delle condotte colpose nel nuovo apparato sanzionatorio rappresenta un importante passo avanti rispetto al passato, poiché funge da deterrente contro la diffusione di pratiche illecite che fanno perno sull’ingenuità di terzi.

Il Decreto prevede misure che permettono di mantenere “classificati” i segreti commerciali e industriali anche nel corso di un procedimento giudiziario; permette, su richiesta di parte, provvedimenti alternativi alle misure cautelari e – sul piano delle disposizioni penali –  integra l’Art. 288 con l’assegnazione di responsabilità penale anche a chi trasgredisce un provvedimento inibitorio emesso dal giudice a protezione dei diritti di proprietà industriale.

Il testo, inoltre, riscrive l’Art. 623, prevedendo la reclusione fino ad un periodo massimo di due anni per colui che, avendo acquisito in modo illecito segreti commerciali, li rivela a terzi o li utilizza a proprio o altrui profitto. La pena è ancora più severa se il fatto criminale è compiuto a mezzo di strumenti informatici.

Ora che la Legge si è adeguata alle direttive europee,  tutelando maggiormente la protezione del segreto commerciale, permane l’onere delle aziende di prevenire i comportamenti illeciti con opportuni strumenti e policy aziendali.

Molti reati correlati al segreto commerciale e industriale, infatti, vengono comunque perpetrati, sia in modo colposo che doloso, a causa di ingenuità, carenze o negligenze da parte dell’azienda – e quando il misfatto è scoperto, spesso è impossibile riparare al danno per mancanza di prove documentali producibili in sede di giudizio.

È fondamentale che le aziende si tutelino con attività preventive, quali l’implementazione di policy e procedure per la protezione dei dati, o con vulnerability assessment, sia fisici che informatici, per testare e tenere monitorati i limiti logici, fisici e procedurali che potrebbero mettere a repentaglio le risorse materiali e immateriali dell’impresa.

Quando invece si ha il sospetto che una violazione del segreto commerciale sia in corso o sia avvenuta, la Legge permette alle aziende di affidare le indagini alle agenzie investigative che, ricostruendo le attività criminose, raccolgono prove utilizzabili anche in sede di giudizio per limitare i danni ed eventualmente punire i responsabili.