Secondo uno studio del 2019 condotto dalla CGIA di Mestre, ogni 6 minuti si verifica un furto presso negozi o aziende italiane, con un costo economico per gli operatori commerciali stimato intorno ai 3,3 miliardi di euro all’anno.

Spesso questi ammanchi sono legati a furti e taccheggi compiuti da soggetti esterni, ma occorre tenere in considerazione anche le condotte illecite dei dipendenti.

Una ricerca condotta da Crime&tech evidenzia infatti come siano frequenti attività illecite compiute da soggetti interni all’azienda stessa, identificabili prevalentemente nel furto, appropriazione indebita di denaro, annullamento totale o parziale degli scontrini e reso merce fraudolento.

La giurisprudenza nazionale ed internazionale ha più volte convalidato la possibilità di installare sistemi di videosorveglianza occultati all’interno del luogo di lavoro, al fine di tutelare il patrimonio aziendale ed eseguire i cosiddetti controlli difensivi.

Ciò viene confermato anche dalla recente sentenza di Cassazione n.3255 del 27 gennaio 2021, che ha scagionato il titolare di una ditta di commercio al dettaglio accusato di aver installato impianti audiovisivi occulti per la videosorveglianza contravvenendo all’art. 4 dello Statuto dei lavoratori (l. 300/1970).

La Corte di Cassazione ha stabilito la non punibilità del datore di lavoro poiché gli impianti di videosorveglianza erano funzionali alla tutela del patrimonio aziendale e non comportavano un controllo ordinario sull’operato dei dipendenti. Inoltre, è stata stabilita l’ammissibilità dei controlli difensivi, volti ad accertare condotte illecite dei lavoratori, e dell’utilizzo del materiale raccolto nel processo penale.

Trattando argomenti delicati legati al rispetto della privacy, la normativa in materia di videosorveglianza nei luoghi di lavoro rimane estremamente complessa e per un titolare d’azienda non esperto può essere facile violare inavvertitamente alcune disposizioni normative.

Per questo motivo, quando si ha il sospetto che vengano commessi furti, è opportuno rivolgersi ad un’agenzia investigativa autorizzata da apposita licenza, per tutelare il patrimonio aziendale.

I professionisti dell’investigazione sapranno installare e controllare il sistema di videosorveglianza occulto e confezionare le prove di condotte illecite, nel pieno rispetto delle normative vigenti e secondo il principio di pertinenza e non eccedenza rispetto alle finalità del controllo. Saranno gli investigatori, infatti, a visionare il materiale video e ad estrapolare solo gli eventi strettamente pertinenti all’indagine in corso, mantenendo l’assoluto riserbo su qualsiasi altra circostanza immortalata dall’occhio elettronico.

Grazie a questo espediente l’impianto di videosorveglianza, seppur installato in modo da riprendere i lavoratori anche nel corso della prestazione lavorativa, non può rappresentare strumento idoneo al controllo a distanza da parte del datore di lavoro e quindi non contravviene a quanto sancito dall’ art. 4 dello Statuto dei lavoratori.

Attraverso il dossier investigativo, il datore di lavoro potrà così intimare il licenziamento per giusta causa e avviare il procedimento penale nei confronti dei lavoratori autori del furto.