La finta malattia è un fenomeno che molte aziende conoscono. Un dipendente sta male e richiede lo stato di malattia: all’inizio è facile crederci e dare fiducia, ma poi i giorni di astensione dal lavoro diventano settimane o addirittura mesi.
Per un datore di lavoro la situazione può diventare insostenibile e spesso le aziende non sanno come risolvere il problema di una risorsa che manca e non può essere sostituita.
Molte aziende ignorano la possibilità di rivolgersi agli investigatori privati per smascherare eventuali dipendenti simulatori. Attraverso un accertamento sulla sussistenza della finta malattia condotto lecitamente da un’agenzia investigativa, infatti, l’azienda può procedere ad un provvedimento disciplinare o a licenziare il dipendente per giusta causa.
Sentenza di Cassazione n. 11697/2020
La recente ordinanza di Cassazione n. 11697/2020 conferma la possibilità di affidarsi agli investigatori privati per smascherare lo stato di finta malattia di un collaboratore.
Nella fattispecie, il dipendente era assente per un infortunio successo all’uscita del luogo di lavoro e gli investigatori hanno documentato che il dipendente, durante lo stato di malattia, si era dedicato a passeggiate in biciletta e a piedi con il figlio sulle spalle.
Cosa permette la legislazione?
La L. 20 maggio 1970, n. 300, art. 5 vieta al datore di lavoro di effettuare dei controlli di tipo sanitario. L’azienda, quindi, non può verificare da sé quali sono le infermità del dipendente e come procede l’iter di guarigione.
Per il datore di lavoro, però, è legittimo appurare se le circostanze escludono l’esistenza della malattia.
Ciò significa che è permesso verificare se il dipendente assume un comportamento in linea con lo stato di salute e l’iter di guarigione, anche al di fuori dell’orario lavorativo.
Ad esempio, se un operaio dichiara di avere un problema di salute alla schiena, ma viene scoperto ad alzare dei pesi, come le casse d’acqua al supermercato, indica che lo stato di malattia non sussiste oppure che il dipendente sta adottando comportamenti compromissori rispetto all’iter di guarigione.
Quando è possibile ricorrere agli investigatori privati?
La sentenza di Cassazione n. 11697/2020 e la giurisprudenza di merito confermano che è possibile ricorrere agli investigatori privati per i casi di finta malattia, anche se l’azienda nutre solo il sospetto.
L’attività d’indagine avrà la finalità di documentare i comportamenti del lavoratore, evidenziando quelli potenzialmente inconciliabili con lo stato di salute dichiarato per rimetterli alle deduzioni del caso.
Un istituto investigativo specializzato in indagini aziendali opera seguendo condotte etiche e deontologiche e si avvale di collaboratori preparati in diritto del lavoro e normative privacy.
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